Il 95% è importato, aumenta la domanda ma diminuisce l'offerta
Nel periodo della pandemia, la donazione di gameti ha subito una ulteriore flessione del 15% in tutto il Paese. Il risultato è che il 95% delle donazioni di ovuli o sperma arriva dall'estero. La stima arriva dalla Federazione Cecos Italia, che riunisce i Centri per lo studio e la conservazione degli ovuli e degli spermatozoi umani, a congresso in questi giorni a Palermo. Un dato, questo, che va ad aggiungersi ad un contesto già critico in materia di donazione a fini procreativi. Nel nostro Paese, infatti, a fronte di una domanda in continua crescita di coppie che desiderano avere un figlio e si rivolgono alla fecondazione eterologa, l'offerta di ovuli o sperma è quali inesistente, con il 95% dei gameti arriva dalle banche straniere. Al punto che la Cecos fa un appello per promuovere la cultura della donazione in Italia. "Donare è un atto volontario e altruista, realizzato da una persona sana per aiutare le coppie colpite da problemi di infertilità a trasformare in realtà il loro sogno di diventare genitori - afferma Adolfo Allegra, presidente Cecos - purtroppo, in Italia, non soltanto manca una cultura della donazione, ma non essendo permesso alcun rimborso alle donatrici, è pressoché nullo il numero di donne che da noi sono disposte".
A base di 17-Ohpc, sono usati anche per prevenire l'aborto
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L'obiettivo è aiutare le donne ad affrontare il momento delicato del post partum
Laiga: "Se si vuole dare un concreto aiuto alla maternità dopo la nascita, sarebbe più sensato investire tali soldi per rimediare ai gravi tagli al personale sanitario degli ultimi anni"
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